Continua a non essermi chiaro, pur a distanza di 36 anni, il mio rapporto con le regole.
Insomma, sono proprio come quello che vive in una casa disordinata ma odia una casa sporca.
Sono anche come quello che si organizza gli orari della giornata ma che quando si tratta di fare qualcosa per sé, soccombe alla propria pigrizia.
E alla fine sono anche quello che vive invocando e pretendendo le regole ma teme che qualcuno gliene comandi.
Eppure le relazioni sono dettate da regole, alcune comunemente condivise da tutti noi altrimenti si va in galera… Insomma, ho studiato legge e qualche rimasuglio dei metodi di efficacia della legge (vedi, appunto, regole) mi sono rimasti impressi.
Ma alla fine qual è quella sottile linea oltre alla quale non andiamo, oltre alla quale non accettiamo, oltre alla quale diciamo “Naaaa… Meglio domani”??
A me questa cosa non è chiara.
E forse anche tutto ciò può contribuire – pian piano e senza che nessuno se ne accorga – a offuscare un meccanismo di scelta per sé (detto in termini molto spiccioli).
La gara per sapere bene cosa si vuole fare, signori, è sempre aperta.