Minirotaie

Regarding life course and its intersections

BC6BFA4F-A152-4064-A7E6-319A4F955072

Mi ricordo che faceva caldo. Erano le 18.30 circa.

il solito traffico di Roma a quell’ora.

Mia madre aveva provato ad accompagnare me e mio padre (tra i pochi uomini in Italia sprovvisti di patente) il più lontano possibile, ma dopo poco si accorse che i freni dell’A112 erano usurati, e incolonnandosi in una strada in salita si era aiutata col freno a mano.

Io e mio padre ci spaventammo un poco, e poi scendemmo per prendere un autobus.

Mi ricordo poco altro del tragitto.

Poi solo tanta gente. E lo stadio nuovo. E i seggiolini azzurri dei distinti sud dell’Olimpico (ma anche di altri 80.000 posti).

Erano gli ottavi, l’Italia era ovviamente in azzurro e l’Uruguay ovviamente in celeste.

L’esultanza, quella grossa, non arrivò al primo gol di Schillaci, una bordata a sorpresa dal limite dell’area. L’esultanza, quella vera appunto, arrivò al momento del colpo di testa di Serena, verso la fine della partita.

2-0!

In quell’attimo mio padre, un tifoso che ho sempre conosciuto come vero è mite galantuomo, afferrò la bandiera che tenevo per mano e cominciò a gridare e saltare con entrambe le braccia in aria.

Io, ero rimasto attaccato alla bandiera. E mi ero ritrovato in aria anch’io, all’improvviso, mentre mio padre continuava a esultare.

Belli, i mondiali del’90.

Belli tutti, i mondiali. Ma quest’anno ancora non mi sembra che siano iniziati.

E forse non inizieranno mai.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: