Un post con le gocce di pioggia che tintinnano sul soffitto, nella piccola parte di casa che ha, sopra, il terrazzo dei coinquilini del 7° piano. E posso dire che è quasi rilassante.
Oggi vorrei essere super ottimista. Ma senza pensare, però, al fatto che prima o poi vincerò qualche trofeo agognato da chissà quanti anni. No, assolutamente no. Perché voglio essere ottimista per fare fronte, invece, a quei momenti in cui le cose non girano come dovrebbero, ma dove c’è tanto spazio per recuperare.
Eh già. Perché altrimenti, mi conosco, non appena mi arrivano indicazioni su qualcosa da fare meglio, io corro il rischio di affossarmi.
E invece no.
Anche l’emozione dell’ansia deve essere controllata, e senza paura.
Non voglio pensare neanche che ogni giorno potrebbe essere quello giusto per mettere qualche ciliegina sulla torta. E non voglio sperare che questo accada prima possibile. Voglio invece essere consapevole che, se c’è qualche critica e riconosco che quella è una critica buona (e per me quindi essenziale) beh, allora ben vengano le critiche.
Perché voglio pensare che solo a partire da quel punto io miglioro.
E che c’è ancora tempo per sistemare ‘sta benedetta ciliegina.