La Panda bianca fa una curva, rallenta, e si ferma davanti a me. La mia macchina, a sinistra, ostruisce il passaggio di un cancello.
Dentro la Panda ci sono due uomini, uno certamente più grande di me, sulla cinquantina, capelli bianchi. L’altro, sul sedile accanto, è più giovane, indossa una canottiera e ha due braccia enormi, tatuate.
Il signore tira giù il finestrino e si affaccia, io gli sorrido.
“Immagino che lei debba passare”, gli dico in modo amichevole.
“Scusi”, mi fa con un tono quasi sarcastico “ma lei era qui ieri?”.
“Ehm… No”.
“Beh, perché hanno rubato da queste parti. E sa, magari esistono dei ladri che girano con la macchina fotografica in mano… Ladri tecnologici. Lei mi capisce, vero?”.
Mi avvicino lentamente alla mia macchina, sollevo leggermente le mani del tipo “Non so che dirle, non ero io”.
Ma il tizio non molla.
“Lei mi capisce vero?”, ripete.
A quel punto invece annuisco.
La Panda fa marcia indietro, e se ne torna da dove è venuta.
Un attimo di respiro, un microsecondo per raccogliere i penseri e… Tempo 3-2-1- e ciaooooooooooooooooooooooooooo!!!
#arrivedercimare