Corea (ovviamente del sud), Austria, e Kuwait (parimerito con Messico).
Vietnam, Brasile e Usa.
Le mie 3 migliori (in realtà 4) e le mie 3 peggiori. Quello che non ti aspetti da paesi “outsider” e quello che non ti aspetti da paesi che sono delle potenze mondiali (escluso il povero Vietnam).
In mezzo, tutto quello che si è visto ma, soprattutto, quello che non si è visto. Penso al Giappone (50 minuti di tour guidato per… ehm… 40 minuti di attesa, molta della quale sotto il sole: “sayonara”!). Ma penso anche agli Emirati Arabi Uniti, all’Angola, alla Germania, alla Francia. Stand solo immaginati, apprezzati giusto con l’immaginazione. Ma purtroppo all’Expo il tempo scorre via veloce e il caldo aumenta, la gente pure, le gambe fanno male e dopo 9 ore in giro per il Decumano alzi bandiera bianca.
Verso le 5 del pomeriggio, “santi” i divanetti che (eleganti e morbidi) ci aspettavano fuori dal Quatar.
O era il Kuwait?
Ecco, Expo è tanta roba, tanta roba che quasi non basta… E alla fine, quasi non ti ricordi alcuni stand che hai visto 6, 7 ore prima.
Uno di questi ad esempio era la Repubblica Ceca. Uno stand minimal, affascinante, moderno ma… Dentro?
Boh.
Forse una bella terrazza da dove fare alcune foto, se non ricordo male.
Ma giusto la mattina, perché il pomeriggio il caldo non aiuta a stare appresso a tutto quello che ci sarebbe da fotografare, e quindi cedi anche a quello.
Ma insomma, Expo 2015 vale la pena?
Se sei pronto per il caldo, se vuoi camminare tanto, se vuoi vedere un mucchio di cose diverse (a volte senza una vera logica – appunto, Brasile… O quantomeno io continuo a non capirla! – altre volte con una logica stupefacente – Corea -) se vuoi fare una full immersion di paesi, colori e profumi (anche se su questi ultimi poteva fare un po’ di più) ma, soprattutto, se vuoi fare tutto questo senza farti troppe domande… Allora sì, l’Expo 2015 è il posto per te!
Altrimenti, forse basta la sera.
Giusto per una buona bistecca argentina o del pollo caramellato alla coreana. E (pare) le belle luci di ogni stand.
Anche Expo, in qualche modo, bisogna farselo bastare.