Svolta epocale. Accade ogni 6 mesi, circa. Ma di fatto è un cambio d’epoca.
Ho appena finito il cambio di stagione.
Che per un maschietto alla fine non è che sia così trascendentale, non devo fare delle sessioni di training autogeno per prepararmici.
Il tema è, più che altro, cosa lascio dentro il piccolo vano che è esattamente sopra la porta della mia camera da letto.
Cosa lascio e quando lo riprendo.
Polo, maglioncini, pantaloncini. Qualche giacchetta estiva, sebbene un paio me le tengo perché ancora fa caldo.
E poi?
E poi altri 6 mesi ed eccoci di nuovo qua.
Che succede tra 6 mesi? Fra 6 mesi riapro il ripostiglio e riprendo tutto per fare a cambio con il freddo, che sarà andato via.
6 mesi possono essere lunghissimi. O anche brevi. Fra poco è Natale, poi carnevale, di seguito Pasqua. I soliti appuntamenti istituzionali in ufficio, che per legge non possono mai cambiare. I fine settimana con gli amici che sembrano arrivare sempre prima.
La cosa è senza dubbio buona, e non mi spaventa. Vuol dire che si vive.
Mi incuriosisce solo sapere che tutto può anche cambiare. A volte in un momento ancora più breve di quanto potranno essere questi 6 mesi.
Al punto da credere che il lavoro giusto non esiste, fin quando non si trova. Che l’amore vero (non eterno, certo) è impossibile da scovare, fin quando non te lo trovi davanti. Che il tuo posto, alla fine, è quello che trova te.
E che non sempre l’arrivo coincide con la destinazione finale.