Pare che gli alberi abbiano un’effettiva energia. Una forza che, nel silenzio, si può percepire. Non si ascolta, non si vede, è semplicemente nell’aria.
Si tratta di atomi. Siamo tutti, fatti di atomi. E ovviamente anche gli alberi. Ed è comunque insolito, perché per assorbire la loro energia bisogna non fare proprio nulla. Ci si siede, si respira, e si guarda tutti gli esseri vegetali che riempiono la superficie del campo.
Nella faggeta che ho visto oggi erano ovunque. Ognuno al proprio posto,
senza darsi fastidio.
Chissà se in qualche modo comunicano lassù, in alto.
No, questa penso che sia troppo “Tolkeniana” come osservazione.
Però se si alza la testa e si guarda attentamente, è come se con i rami volessero toccarsi, mentre il muschio li riveste e dona loro un certo fascino ed eleganza.
Mi chiedo cosa succeda di notte, tra gli alberi, nella faggeta.
Sembra che non sono lì per caso, tanto che quando un faggio cade a terra si crea un vuoto nel cielo, come se all’improvviso si rompesse la catena che li tiene uniti. E automaticamente gli altri
accanto perdono anche loro un pezzo, e si sentono tristi.
E allora può risultare tutto banale, quasi infantile.
Ma quando io ero lì, in mezzo a tutte quelle torri così alte, mi sono sentito come in mezzo a una famiglia.
In qualche modo, anche protetto.