Credo che l’elefante si mangi un boccone alla volta.
Che non ci sono cicli, fasi, periodi. Continuiamo e basta. E poi, semplicemente, verrà il momento in cui due conti ce li faremo.
E allora serve anticipare l’attimo in cui tracceremo una linea. Perché non è vero che c’è tempo per tutto.
Allontaniamoci quindi da quello che siamo ogni giorno. E guardiamo attentamente.
Stiamo correndo così veloce che in un attimo siamo arrivati a 25, 30, 40 e più anni. Forse con la stessa velocità andremo ancora più avanti.
E la vita è lì, propri in quel perimetro, in quella strana scatola. Nascita, crescita, invecchiamento. Sembra proprio una scatola.
Ma niente paura.
L’elefante, appunto, si mangia un boccone alla volta.
Basta avere coscienza che, sebbene tutto quello che ci riguarda si inserisca in questo quadro, in quel rettangolo “finito”, gli spazi per infilare una mano e pescare in fondo, ci sono.
L’energia non va dispersa.
Va utilizzata affinché si possa rigenerare.
E’ l’unico modo per creare degli spazi nuovi, e non solo utilizzare quelli vuoti.