Premesso che sono cattolico. E premesso – cosa ancora più incredibile – che sono praticante. Ora, fermo restando che il concetto dell'”essere praticante” è diventato abbastanza “soggettivo”, qui in realtà si parla del problema dell’Amore.
Non credo sia possibile definire il tema Amore con una legge.
Non credo neanche che sia possibile convivere (nel senso più ampio del concetto di convivenza) senza una legge.
Il punto è, ed è sempre ciò che mi ha accompagnato durante tutti questi anni, se l’omosessualità è un vizio, o una propensione genetica.
Perché se si tratta del primo punto (e io penso di averne conosciuti, così) allora è una questione di educazione. Di serenità mentale. Di approccio alla vita.
Ma se si tratta del secondo punto (e io penso di averne conosciuti altri, così) allora è una questione di scelta di animo. Di coscienza.
Una legge non può privare dell’Amore.
E’ giusto? E’ sbagliato?
Credo, più che altro, che come ho detto prima è una questione di coscienza. Io sono contento di essere cresciuto con un padre e una madre.
Non so come saranno, un domani, gli adulti cresciuti con genitori dello stesso sesso.
Secondo me saranno tanto sereni o disagiati quanto quelli che sono cresciuti con genitori che non sanno amarsi o che non sanno rispettarsi, o peggio ancora che non si pongono il problema di come educare i propri figli.
Una risposta definitiva non ci può essere, se non quella di riflettere sul concetto di libertà di amare e di ricerca di un’onestà di scelta.
La stessa volontà di volere un bambino non può essere, e credo che valga per qualsiasi coppia, un’idea “necessaria”. Un’altra specie di capriccio.
Ma anche questo, vale per qualsiasi coppia.
Perché alla fine sarebbe solo un volere, un “posizionamento” nella nostra società.
Una specie di scintilla.
E mai un donare un’opportunità di vita.