Penso che certe gocce siano come sassi che ci arrivano addosso. A volte sembra di stare dentro a un film, quando si corre zuppi d’acqua e senza ombrello, riparandosi con la borsa d’ufficio, per raggiungere un amico che ci aspetta per un aperitivo.
Penso anche ai serpentelli che la pioggia disegna sulle finestrone dei pullman, durante qualche viaggio di ritorno, da posti dove non sai quando ritornerai. E si rimane fissi a guardarli. Sembra che camminino.
Penso infine al rumore di un temporale, di notte, prima di addormentarsi. Quei pochi minuti in cui si legge una rivista leggera, sapendo che il momento migliore è quello che arriva dopo poco. Quando si spegne la luce, e gli occhi si chiudono.
Ascoltando la pioggia.