“I topi fanno esattamente questo percorso qua” Marco mi indicò i due alberi di fronte a me “scendono giù dalla palma di corsa, saltano all’albero accanto esattamente tra quei due rami, e poi risalgono su e ci rimangono per un po’. Poi riscendono e tornano sulla palma”.
Scossi la testa.
“Ma proprio vicino alla stanza dove dormo io dovevano stare questi alberi?”.
“Beh, purtroppo gli alberi non li ho scelti io, ma i topi”.
Scene di vita ordinaria nella casa del mio amico Marco in località Giuliano, Lecce.
Una vacanza diversa da quello che può sembrare una vacanza, ma nella continua ottica del niente – spesso – è come sembra.
Dovevano essere tre settimane di ferie passate al lavoro in un laboratorio di pasticceria, ma ancora stiamo in trattative. Eppure era tutto definito da settimane. Ma a tutto c’è una ragione (o almeno a “tutto” si può dare una ragione), e a quasi metà del mio periodo di ferie voglio dare a questa circostanza solo il significato di “prova”, perché in fin dei conti quando qualcosa non va come vorresti, è perché il destino ti mette davanti a un’ulteriore sfida (oltre a quella che sarebbe stata qualora, invece, tutto fosse andato per le vie calcolate).
Continuare o mollare.
Provare di nuovo oppure dire “No, per me è va bene così”.
Ma credo che alla fine tutto si riduce al valore che si dà a ogni scelta.
Altro che destino.
Il peso specifico di quello che può essere la nostra vita lo diamo solo noi.
E i topi continuo a sentirli ogni tanto prima di addormentarmi, ma per fortuna non li vedo mai.