Ho un dubbio. O meglio, ne avevo uno. Poi secondo me l’ho risolto e ho scritto il titolo del post.
Pur sapendo che, scrivendolo, comunque potrebbe venirmi fuori qualche spunto che controbatterebbe la decisione presa.
Insomma: vorrei tanto dire una cosa a una persona, ma so che questa non mi capirebbe. La persona è un maschio ed è più grande di me.
Ma non è che importi così tanto chi è, che fa o quanti anni ha.
D’accordo Marco, ma che fai, manco ci provi a parlarne con lui? Ormai hai capito che la vita non è “cogito ergo sum” ma “faccio” ergo sum… E quindi, lasci scorrere così?
Bene. Ecco perché alla fine (o meglio, all’inizio) il titolo del post era solo “Si arriva fino a un certo punto”, e poi ho aggiunto “E poi si mente”. Perché sarà proprio la menzogna ciò che mi farà fare. Anche perché non ho vie di scampo. E ormai ho maturato l’idea che, se non ho altre strade e so che quella persona tanto non mi capirebbe, a volte (se non addirittura quasi sempre) mi toccherà mentire pur di non stare a discutere, e farmi così venire il sangue amaro.
La bugia in questo caso è una buona difesa. Ma anche un ottimo antistaminico per evitare improvvisi rimuginii che manderebbero in pappa il mio sonno notturno.
Sogni d’oro allora.