Oggi è una piena giornata di estate romana. Fa caldo, c’è bel tempo (cosa che, quest’anno, pare davvero scarseggiare) si sente nell’aria voglia di distrarsi, di vedersi con qualche amico e mangiare nella veranda di un buon ristorante alla moda, conoscere gente nuova, sorridere, non pensare ad altro.
Io invece non ho fatto nulla di tutto ciò, e sono andato in palestra. Quando sono rientrato negli spogliatoi sudato, c’era solo un altro ragazzo che si stava cambiando.
Un tipo noto.
Avevo però lasciato la borsa lontano da lui, quindi siamo rimasti ai poli opposti della sala. Eppure sapevamo di entrambi.
E sapevamo anche che tutti e due eravamo andati a scuola insieme, seppure in classi di anni differenti.
Insomma, ci conoscevamo già.
Ma alla fine non ci siamo salutati. Neanche quando lui, più rapido di me nel prepararsi, è uscito.
Ecco.
E c’è da chiedersi il perché? Massì: secondo me vogliamo – per certi aspetti – dimenticare alcuni lati della scuola che abbiamo frequentato. Comprese, a questo punto, le persone.
Anche se non ho nulla contro quel tizio lì, né so bene come si chiama.
E, anche se, qualora fossi uscito prima io dallo spogliatoio, penso che quasi certamente l’avrei salutato.
Così, per vedere l’effetto che avrebbe fatto.
P.s.: il titolo di questo post era in realtà dedicato a una chiacchierata che mi sono fatto con una persona importante che sta per cambiare posto di lavoro, e che per questo vedrò molto più raramente. Ma di tutto ciò ne parlerò un’altra volta, altrimenti mi annoio persino io a scrivere, figuriamoci voi a leggere.