Siamo vulnerabili.
Sono stato a un convegno dell’ABI sulla CSR (corporate social responsability). Interessante, soprattutto per capire dove stanno andando alcune aziende, e qual è lo stato dell’arte della normativa internazionale.
Vabbè, ma questo conta poco. I progetti a responsabilità sociale d’impresa, i convegni, la relazioni, il catering.
Il fatto è un altro. Appunto, siamo vulnerabili. Siamo sensibili. Temiamo di perdere, di farci del male, di trovarci gente che ci mette i piedi in testa. Non accettiamo gli errori altrui, non vogliamo perdere neanche un centesimo di euro, perché chissà quando lo recuperiamo, e soprattutto maledetto chi ce l’ha preso.
Qual è allora la responsabilità “sociale” di un’azienda?
Quando i presupposti sono questi, c’è poco da fare, c’è poco da salvare. Qui c’è invece da riprendere un modo di vita, da ricostruire una fiducia verso il prossimo che non c’è.
E non ho ancora capito, se manca la fiducia, o il prossimo.