Mi chiedo come facciano a mettere un piccolo soggiorno con tavolo per 4-6 persone, una cucina, una stanza per il figlio, una camera da letto e due bagni (di cui uno con vasca e uno solo lavandino e water) in 60 metri quadri.
Sì, certo, tutto si può fare. E tutti lo possono fare. Ma il dono della sintesi efficace (ossia fare tutto, in poco spazio e farlo bene)… questo, certo, non è per tutti.
Io queste cose le ho viste davvero, e non solo in una casa. Roma offre, al pari ormai di Milano, tanti spunti di colori, idee, creatività. La creatività è una risorsa infinita, tutti noi ne disponiamo e non dovremmo mai temere di utilizzarla.
Il problema è drenarla nei giusti canali.
Già.
Ma alla fine chi se ne frega.
Se cominciamo a pensare “ho un’idea, ma se non la metto bene in fila come piace agli altri, non la faccio”, a quel punto ci annulliamo e non facciamo nulla. E invece osare fa bene.
Un po’ come gli architetti che ho conosciuto ieri, in mezzo alla tempesta di pollini che si è alzata in città e in occasione di #openhouseroma. E ho visto case divertenti in quartieri fatti di palazzi a forma di scatola (Villaggio Olimpico), bagni eleganti n mezzo agli appartamenti, un open space delizioso e completo, creato appunto in 60 mq (con un balcone con vista sull’osservatorio), uno studio di architetti che si affaccia sull’Aniene, ma in realtà sembra di stare a New York.
Ecco, questo significa osare. E questo è ciò che noi sentiamo spesso di mettere in pratica, ma che non sempre riusciamo a fare.
Osare davvero, e non solo pensare di farlo, è quello che ci manca.
Come se avessimo paura a perdonarci, dopo che ci rendiamo conto di averla fatta grossa.