Non so se anche voi fate ‘ste cazzatelle quando vi fate la doccia.
Che poi, vorrei dire, potrei capirlo se vi fate il bagno con i sali, i profumi, le musiche zen e tutte quelle robe lì.
No no, io solo una banalissima doccia e prima, tac, serranda semi-chiusa, luce spenta e due candele sparate sulla mensola. E mi ci sono ritrovato così, quasi senza saperlo.
No, ferma.
Senza saperlo un cavolo.
Io lo so, lo so eccome.
Mi andava semplicemente di sparire. Avevo bisogno di buio, e non mi bastava la luce che veniva dalla piccola finestra.
D’altronde diluvia, stamattina a Roma.
Ma forse diluvia dappertutto.
E’ che non se ne può più, di tutta questa sofferenza, di queste carneficine, del “non uscire”, del “non andare”, del non poter godere di quello che ci è rimasto (o che ci fanno rimanere).
Io mi sono un po’ scocciato, sinceramente. E non riesco più a seguire.
Pausa.
(che poi, nello scrivere la parola “pausa”, avendo fatto un corso di scrittura rapida, mi sono sbagliato e ho scritto “paura”.
Eppure la “r” e la “s” sono lontane, nella tastiera).
chi è di Roma come me, capisce bene il tuo stato d’animo. Passavo ieri sera per Piramide, forse un allarme bomba. Pieno di militari, carabinieri e vigili del fuoco e poi una ambulanza. Non si capisce più niente. Io già ero nervosa per fatti miei, più queste cose ti innervosiscono e ti mettono ansia, diventi maledettamente aggressivo.
Non sappiamo se ci uccideranno i terroristi o ci uccideremo tra di noi – il che a mio avviso è più probabile, ci odiamo l’uno con l’altro -. La gente è ammusonita, siamo tutti diventati solitari e maleducati, perché vediamo nemici ovunque, siamo i primi nemici di noi stessi. Chiudersi in casa pare essere l’unica salvezza e invece secondo me ci dobbiamo guardare prima dalla nostra ossessione di sicurezza. Possiamo morire per un errore medico – come stava per succedere a me – possiamo morire perché ci può cadere in testa un vaso, essere investiti sulle strisce pedonali, magari moriamo perché siamo distratti e cadiamo in fosso mentre guardiamo l’Iphone per mandare i messaggi su whatsapp. Per me deve morire in primis questo nostro modi di essere che francamente fa schifo, è alienante e per nulla vicino a quello che si chiama umano. Sembra un niente, non ha nulla di umano questa vita se non rischiamo no?
Eh già Paola… Ma credo anche che “non può sempre piovere”
Che poi, sì, è una questione di approccio. Ma poi mettici anche la “debolezza” umana, la “stanchezza” umana, il fatto che si vorrebbe che fosse tutto diverso, che già abbiamo tanti problemi a casa nostra, dentro le nostre quattro mura… E invece bisogna essere forti, poco attendisti, più determinati anche in questo senso. Sebbene, ogni tanto, non possiamo evitare di “riposarci”.
siamo destinati all’isolamento. Lo abbiamo voluto noi, non sono i terroristi 🙂