Sono un po’ combattuto, l’ammetto. Tra lo scrivere un post sul passato, su ciò che mi porto dietro dal 2014, o sulle aspettative del 2015.
Sono anche bersagliato da messaggi: un’amica che scopro essersi trasferita a Sidney per qualche mese, per “cambiare aria” (e lì trovare due lavori). Un’altra che ha seguito il ragazzo a Miami, così, senza colpo ferire.
E un Presidente della Repubblica (non ve l’aspettavate, vero?) che lascia, all’età di… Boh, neanche me lo ricordo. Ma è adulto. Anziano, diciamo.
Tutto questo è l’emblema del mio paese. Un paese da cui si scappa. Un paese che è salvato dagli anziani, usati spesso come capri espiatori di indecisioni, bassi profili culturali, da “giocherelloni” politici e sociali. Ma quanti ne ho visti, di questi tipi, al locale dove ho festeggiato la mezzanotte. Tutti abbastanza giovani (sicuramente più giovani di me), tutti abbastanza fieri del loro modo di essere.
Non so perché (o forse sì), ma sono quasi certo che questa notte loro hanno avuto più opportunità di me, di divertirsi. Ossia: più opportunità di me, sia come attuale 37enne, sia rispetto a quando avevo 5, 10 anni di meno. Non so, ho visto nei loro occhi la sfrontatezza tipica dell’italiano che sa che bisogna essere così, per vivere bene nel proprio territorio.
Evidentemente questa sfrontatezza in gran parte non mi appartiene , ma qui funziona così. E, se proprio non ci riesci a fare, a metterti in gioco, a confrontarti… Se proprio non ti senti rappresentato da chi decide di mettere un anziano come presidente della repubblica, allora questo non è il paese per te.
E tutta la mia stima va a Napolitano. Consapevole (lui) del fatto che ha salvato – per come ha potuto – l’Italia da un altro incredibile segno di immobilismo. Anche se lui era stato il primo a dire, al momento di chiudere il suo primo mandato, che la sua epoca era chiusa, che non ci sarebbe stato spazio per altro.
Ma vatti a fidare degli italiani. Probabilmente non ci credeva manco lui.
E il 2015, è un buon principio questo? Sì, dai, diciamo di sì.
Ma solo nella misura in cui teniamo la testa alta, e sogniamo una vita dove non è necessario scappare, per essere contenti. O appellarci a gesti salvifici di anziani, che dovrebbero invece godersi ciò che la natura riserva loro, per il bene che questa ancora permette di disporre.