Minirotaie

Regarding life course and its intersections

E mi sento un po’ come quando ti manca qualcosa. O meglio, quando non capisci perché quel qualcosa (che sai benissimo cos’è) manca.

Ho fatto tutto. Ho avuto un’idea, l’ho sviluppata, ho trovato chi mi ha dato una mano, l’ho messa per iscritto, l’ho proposta, l’ho corretta, l’ho perfezionata, l’ho chiusa, l’ho confezionata. Adesso la vedo, è qui, davanti a me.

E’ pronta.

E’ realtà.

C’ho lavorato qualche anno e, in più di una giornata di questo “qualche anno”, mi sono chiesto come sarebbe stato se, quel giorno, davvero quell’idea fosse stata realtà e fosse apparsa davanti a me.

Poche ore fa il tizio che me l’ha consegnata mi è corso incontro con l’oggetto in mano.

“E’ bello”, mi ha detto. E io… Sì, e io, inebetito, non sapevo che dire.

Ancora adesso continuo a ripetermi che non so che dire. A volte mi sono visto seduto sul divano con un sigaro in bocca (e che ho persino conservato per l’occasione, uno stupendo Partagas)… ma il sigaro se ne sta buono e tranquillo nell’Humidor sopra la mensola in soggiorno. Oppure mi immaginavo una cena. O Un’ubriacatura con qualche amico. Persino delle lacrime di commozione.

Non so. Sarà che non mi sembra realtà? Sarà che tutto intorno a me c’è un mare piatto, in attesa di un’onda anomala?

Oppure che… Sì, certo. Oppure – ed è l’ipotesi che più mi spaventa – una parte di me, quella che cova una strana voce sibillina, mi dice “Hey, ragazzo, hai fatto il tuo. Sì Marco, hai fatto il tuo, e… Scusa, ma come pensavi che sarebbe andato? Forse diversamente? Se davvero, come hai detto spesso, ti sei mosso nel terreno che più ti si addice, nel tuo campo d’azione… Beh, allora non vedo dove sia la ‘straordinarietà’ della cosa”.

Ecco, appunto. La ‘straordinarietà’ della cosa.

Maledetta voce sibillina. E maledetti tutti quelli che pensano che sia sempre tutto così facile.  E che in fin dei conti non meritiamo di premiarci un po’ di più di quello che la vita – crediamo, noi – ci regala.

Invece no. Invece bisogna cominciare a pensare che  per una volta siamo stati nel posto giusto. E al momento giusto. A prescindere da quello che accadrà domani.

Ma oggi, diamine, deve andare così.

Sotto col sigaro, avanti. E con una cena fuori orario. E con il rhum, ovviamente.

Per me, Zacapa tutta la vita.

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