Non è perché mi è capitato più di una volta di mettermi in cucina a fare i dolci. Nemmeno perché ho sentito dire a un importante manager dell’azienda per cui lavoro (anche se lo diceva con un poco volutamente nascosto spirito vendicativo) che “il tempo è galantuomo”. E neanche perché, gira-che-ti-rigira, alla fine mi capita troppo spesso di introdurre l’argomento.
Però è vero.
Il tempo è un ingrediente fondamentale di qualsiasi scelta / lavoro / relazione si voglia intraprendere.
Ok, anche su questo però avete ragione: l’istinto è ciò che ci fa mettere in piedi sulla sedia e dire “sì!”, oppure “no!!”, o “ti amo”. Che ci regala gioia e ci fa gridare “Mi piace! No, non lo so perché… MA MI PIACE!”. Ed è un momento così effimero, ma anche così pregno di trasporto emotivo che, alla fine, non ci si può mettere contro, né pensare che quanto abbiamo scelto non ci appartenga. E tutto fila liscio, se siamo sintonizzati perfettamente con il nostro istinto e con quella parte (che per fortuna esiste) più emotiva del nostro processo di scelta.
Ma vallo a capire, l’istinto.
Un attimo, una notte, un risveglio. E’ lui? E’ lei? E il nuovo percorso lavorativo che devo seguire?
La notte porta consiglio…
Sì, certo. Come no.
E alla fine, con tutti questi consigli, non ci si capisce più nulla e ci si dimentica appunto di ascoltarsi, con un minimo di incantevole sincerità verso noi stessi.
Anche perché di notte bisognerebbe dormire e il resto, che sia una scelta istintiva o una ancora più meditata, fa parte di altro. Di qualcosa che va visto dall’alto, senza paura di perderla.
Sono ottimista.
Il tempo fa diventare un dolce che profuma di buono, una torta dal sapore sublime. Come anche un impasto da un bel colore, un pasticcino insipido.
Il tempo (che va chiesto agli altri tanto quanto a noi stessi) è nostro compagno di viaggi.
E soprattutto ci ripara da chi, aggiungendosi alle esasperazioni a cui siamo chiamati quotidianamente, vuole assaggiare senza sapere bene cosa sta mangiando.
Il resto, è sola apparenza.