Una fiera.
Una fiera è bella, c’è tanta gente. Persone che si presentano, che chiacchierano ovunque, o che fanno domande.
Sorrisi, strette di mano.
Essendo una fiera di libri, è pieno anche di copertine, di quarte di copertine e alette dove leggere dell’autore e della trama. Un delirio di colori.
Ma mai come in una fiera di libri si sceglie un libro perché sai che ti serve “quel” libro, o perché la copertina è figa è basta.
Tanto che a un tratto ti rendi conto che c’è un granellino. Una piccola bolla di una schiuma gigante nata dopo che una specie di onda anomala ha sbattuto addosso a un scoglio.
Ho guardato la fiera dall’alto, ieri. Il mio romanzo era lontano, da dove mi trovavo era impossibile vedere la copertina.
Ma fa nulla.
Non è essenziale.
Io ci credo nel fattore “c”. Ma questo vale per tutto: lavoro, amici, sentimenti. Che siano treni che passano o tsunami che ti travolgono, alla fine conta solo una cosa.
E conta che, volontariamente, si era lì.
Ma per questo, non basta il culo.